L’Italsier di Bagnoli

La fondazione dell'Italsider di Bagnoli nel 1906 rappresenta un momento fondamentale per l’industrializzazione moderna nell'area di Napoli. L’impianto siderurgico, uno dei più grandi e avanzati d’Europa, fu realizzato grazie alla "Legge per il risorgimento economico di Napoli" del 1904, fortemente voluta dal politico meridionalista Francesco Saverio Nitti. Questa legge, voluta per incentivare lo sviluppo economico e industriale di una città segnata da profonde difficoltà sociali, poteva eliminare la disoccupazione che affliggeva vaste fasce della popolazione. Sul territorio di Bagnoli, prima della nascita dello sviluppo dell’Italsider, c’erano lidi balneari come da tradizione risalente addirittura all’epoca Romana. Il nome Bagnoli, infatti, deriva dai bagni termali di due millenni fa circa, a metà strada tra Napoli, Pozzuoli e Cuma. Agli inizi del 1900, però, il governo italiano scelse una nuova vita economica per questo territorio, molto più moderna ed industrializzata. L’Ilva di Bagnoli, infatti, con il suo elevato livello tecnologico e una vasta forza lavoro, divenne rapidamente il simbolo della modernizzazione e del riscatto industriale del Sud Italia, contribuendo in modo determinante a ridurre il divario economico tra Nord e Sud. L’impianto non solo rappresentava il migliore esempio dell’industria pesante italiana, ma era anche la speranza di una nuova fase di sviluppo per l’intera città di Napoli. Nel 1910 l’Italsider  occupava  circa 1.200 operai anche se, dopo qualche anno  l'impianto napoletano subì un ridimensionamento rispetto al progetto iniziale. Alla vigilia della prima guerra mondiale,  gli operai erano più che raddoppiati (2 500 circa) e aumentarono ulteriormente durante la guerra, sotto il regime della “mobilitazione industriale”. L'Italsider è stata tra le prime aziende a ottenere il requisito della “ausiliarietà”, tramite il quale organizzava l'attività produttiva in base alle esigenze belliche della nazione.